Dragonrealm e altre considerazioni

Saranno molti a non essere d’accordo, per ragioni certamente condivisibili, ma nonostante tutto, la saga di Dragonrealm, offre un qualcosa che le ben più famose saghe successive di Richard Knaak non hanno saputo dare, nonostante lo scrittore americano abbia probabilmente sviluppato alcune sue “tecniche di elaborazione” nei periodi successivi a Dragonrealm. In questo caso, fare un riepilogo sintetico per orientarsi potrebbe tornarci utile per rendere più concreto quello che si vuole dire: 

Nel 1988 Richard Knaak scrive il primo romanzo della Trilogia degli Eroi di Dragonlance (chiamata anche semplicemente “Eroi“) intitolato La Leggenda di Huma. Appena un anno dopo, nel 1989, lo scrittore inizierà la sua saga chiamata Dragonrealm, composta da dieci romanzi brevi, tutti scritti tra il 1989 e il 1992 (eccetto uno “The Horse King” uscito nel 1997, che tuttavia è secondario). Nel 1992, appena terminata la saga, la TSR recluterà di nuovo Knaak per scrivere un altro libro di apertura di una trilogia, ovvero la Seconda Trilogia degli Eroi di Dragonlance (chiamata anche semplicemente “Eroi 2“) con il romanzo La Leggenda del Minotauro (1992). Come nel caso precedente, i successivi saranno scritti da altri autori.

Negli anni ’90 (dal 92 al 2000) Richard Knaak scriverà romanzi singoli mai tradotti in italiano e che in questo breve articolo non ci interessano. 

Dopo il 2000 la carriera dell’autore è decisamente andata verso le “collaborazioni eccellenti”. Non solo la Pocket Books gli affiderà tutta la parte letteraria di Warcraft già dal 2001, ma avrà lo stesso incarico, nello stesso anno per le novellizzazioni del celebre videogioco Diablo. Per chiudere in bellezza, poco dopo, non avrà solo il romanzo di apertura come nel caso delle saghe “Eroi” e “Eroi 2”, ma curerà tutta la trilogia inerente a Dragonlance de Le Guerre dei Minotauri (La Notte di Sangue, Il Mare di Sangue, L’Impero di Sangue). Arrivando ad oggi, si può aggiungere in conclusione che tutti i romanzi di Diablo sono inediti in italiano nonostante la saga sia terminata, mentre sul versante Warcraft, non è ancora stato tradotto l’ultimo uscito recentemente (Night of the Dragon, 2008, quindi circa un anno fa) ma in compenso sono usciti in italiano tutti e tre i libri de Trilogia della Guerra degli Antichi

La cosa che salta all’occhio è che eccetto Dragonrealm, e la parentesi negli anni novanta composta anche da racconti e romanzi Urban Fantasy, Richard Knaak si è dedicato totalmente a lunghissime drammatizzazioni di videogiochi. Ovviamente questa non è una colpa e di certo lo scrittore ha ottenuto vantaggi economici da questi progetti letterari, ma ciò non toglie il fatto concreto: che la sua unica saga fantasy “puramente letteraria” sia Dragonrealm, e a mio avviso, questo fatto pesa enormemente, nonostante Richard Knaak, sia nella saga dei Minotauri (Dragonlance) che in quelle di Warcraft abbia più esperienza e uno stile meno confusionario.

Ovviamente, i romanzi di Dragonrealm non sono la perfezione assoluta ma hanno anche qualche discreto punto di forza. Le Terre di Dragonrealm rappresentano un mondo fantasy medievale basato sui Draghi, sul fiabesco medioevo eroico tipico del Fantasy e su scenari che ricordano i boschi e le spianate verdi nei disegni di Larry Elmore. I primi due romanzi hanno entrambi una leggenda sullo sfondo che abbastanza palesemente avrà un ruolo determinante. Il protagonista è un individuo paladinesco che però sviluppa anche una sua attitudine da “mago”.

I personaggi che riuniscono sia caratteristiche dell’eroe tipico (guerriero o cavaliere) che quelle da mago e sapiente, solitamente risultano sempre troppo versatili e privi di difficoltà, di paure, di tarli, tabù o punti deboli, finendo per essere quasi sempre spenti, ma questa può essere una opinione personale senza peso. Il protagonista, Cabe, a mio avviso riunisce alcune caratteristiche di Arthu Pendragon, Aragorn, He-Man e anche una specie di versione medievale di Luke Skywalker, anche se come detto poco sopra si arricchisce di qualche caratteristica da mago. Si scopre essere inoltre una sorta di predestinato, con una storia sentimentale complessa con Gwen, e discendente di un Signore dei Draghi appartenente alla fazione nemica dei “Dragon Kings”, tuttavia, nonostante questo panorama classico ci saranno delle peculiarità che potrebbero anche sorprendere.

Alcune caratteristiche di Dragonrealm sembrano essere state usate già in La Leggenda di Huma, che effettivamente, pur essendo appartenente a Dragonlance sembra una delle storie più personali di Knaak, ma questo, a mio avviso, avviene perchè il romanzo commissionato di Dragonlance assorbe idee ed energie che erano pensate per quello “puramente letterario” di Dragonrealm. La Gwen di Dragonrealm non sembra molto diversa da Gwyneth di Dragonlance, anche alcune sfumature (come lo stesso Drago di Cristallo) sono inoltre simili abbastanza da far pensare che Knaak abbia sfruttato alcune idee di Dragonrealm per il primo romanzo della Trilogia degli Eroi di Dragonlance, lasciandole però poco variate quando ha potuto (l’anno successivo) pubblicare il primo romanzo già ormai concluso della sua saga.

Ovviamente è giusto tenere conto che Dragonrealm spinga davvero tanto sull’High Fantasy, le creature e la magia sono abbondanti, oltre al Drago Rosso, lo strano Grifone mutaforma, e un personaggio particolare come “Dark Horse”, appaiono altri elementi come il Drago Verde, o il “Drago di Cristallo” successivamente. Non è certo garantito che questi romanzi possano piacere ad un lettore non troppo malato di Fantasy Classica e anche piuttosto “iperbolica” come in questo caso, tuttavia ci sono delle cose apprezzabili almeno sul piano ideale: delle caratterizzazioni discrete, un buon senso “dell’intrigo di corte” nel regno di Talak e nei personaggi come Melicard, un bel disegno di base dell’ambientazione di Dragonrealm, un simpatico approccio anni ’80 che però si lega bene a quel tocco simil-mitologico e anche allo pseudo-medievalismo, ma anche i combattimenti, le avventure in generale, tutto sommato non sono così male. La pletora di servitori del nemico ricorda un po’ quell’infinità di commensali che si trova nel racconto di Lord Dunsany della spada Sacnoth. Tutti questi elementi, per farla breve, ci ricordano che c’è un cuore, dei sentimenti, e dei riferimenti vari e delle tradizioni che banali o no nella storia contano qualcosa, non sono chicche per fan o ricorsi videoludici da quattro soldi. I difetti che si possono ritrovare riguardano principalmente lo stile basato sui cambi di punto di vista che è a volte confusionario, e il percorso del protagonista che sembra un po’ sempre piazzato nel punto centrale della questione quasi per fortuna o per caso. Sono difetti che non troveremo forse dopo ma, il talento di Knaak nel periodo più maturo, sembra paralizzato poi nelle varie drammatizzazioni di Diablo, Warcraft e tutti gli altri.

Non si vuole certo essere sprezzanti o polemici ma per un lettore che non sia radicato all’ambientazione si fa obiettivamente fatica a star dietro a tutte le innumerevoli trilogie di Dragonlance, figuriamoci se la saga dedicata ai Minotauri e la loro lotta contro gli Orchi possa rappresentare un punto importante per un appassionato di Fantasy in generale. Non menzionerò Diablo dato che i romanzi riguardanti non sono usciti in italiano, ma i vari romanzi di Warcraft, certo, sono più ordinati di Dragonrealm, e organizzati bene, Richard Knaak è un gran lavoratore ed è ammirevole il fatto che abbia riorganizzato tutto “Archive”, e tutte le storyline di Warcraft 2 per mantenere una coerenza con Warcraft 3, ma sono completamente imbrigliati nelle storyline dettate dai dirigenti, pieni di espedienti, forzature, preoccupazioni per le varie “chicche per il fan” e omaggi a icone videoludiche di turno: in sintesi, soluzioni davvero fiacche, di cose che vorrebbero sembrare solenni strombettate dalla collina ma che in realtà sono rutti sfiatati da una palude di robetta da videogame. I romanzi di Warcraft, come le altre drammatizzazioni, ereditano (parassitano) caratteristiche e idee di Dragonrealm, che però vengono paralizzate e ridotte a contorno, e in alcuni casi utilizzati per l’ambientazione, come nell’esempio di tutta la complessa organizzazione dei Draghi sui cui ora è inutile dilungarsi. Cerchiamo di essere onesti, quando si parla di Fantasy non è a questo che un lettore pensa. Il Fantasy è un’altra cosa.

Per concludere: se Dragonrealm avesse avuto una ambientazione meno “iperbolica” e qualche aggiustamento in vari punti dolenti, sarebbe stata senza dubbio una buona saga, ma anche coi suoi difetti rimane nel complesso la migliore zona della bibliografia di Richard Knaak, che poi si è totalmente paralizzato nelle drammatizzazioni. Forse, in futuro, si potrebbe riparlare di Dragonrealm se si riuscirà ad avere una visione più completa degli otto libri.

Note

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Inizialmente, Dragonlord fu il signore incontrastato di Dragonland, dove scriveva qualcosa ogni tanto, nulla di più logico. Tuttavia sconfinava spesso in luoghi come Medioevo e Fantasy Chat, Terre di Extramondo, Bottega dello Stregone, Il Cancello, Metal Chat, Gothic Inside, Nocturno, Splattercontainer, Terra di Mezzo, Città del Silenzio, Gothic Culture. Nel 2010 si ritirò a Dragonland e fu rimpiazzato dal successore: Drago Birraio.