Cronache di Dragonlance

Dopo aver parlato di argomenti al di fuori dei nostri canoni come Herbert G. Wells, Edgar Allan Poe, Stephen King, nei post (rarissimi e pochissimi, a dire la verità) dell’anno passato, il nuovo anno riparte con qualcosa di pienamente in tema per rimetterci sul binario giusto; ovvero la famosa saga delle Cronache di Dragonlance. Eviterò di raccontare i soliti retroscena, dicerie, leggende o, magari anche verità varie, come quelle sul fatto che Dragonlance sia nata come ambientazione giocabile domestica, e riuscita talmente bene da diventare una saga di romanzi, cosa probabile, perchè no?…tuttavia rimane comunque una saga “commissionata” fatta anche per promuovere e vendere campagne giocabili.

La saga “principale”, se così si può dire, delle Cronache di Dragonlance è composta da tre libri,  I Draghi del Crepuscolo d’Autunno, I Draghi dell’Alba di Primavera, e i Draghi della Notte d’Inverno. I fatti narrati in questi romanzi si svolgono nell’ambientazione di Krynn, che comprende molte regioni tra cui quella di Ansalon, ovvero il continente che è teatro di tutti gli avvenimenti. L’ area geografica di Ansalon non è vasta come la Terra di Mezzo di Tolkien o come le regioni che compongono il mondo hyboriano delle avventure di Conan il Barbaro, ma riesce ad offrire davvero tanto in termini di varietà. Questo fattore è indubbiamente uno dei punti di forza del grande successo della saga, e non l’unico.  L’eroico gruppo dei protagonisti affronterà molti ambienti diversi; boschi misteriosi e grandi foreste, radure ventose e pianure vaste, impervie montagne e scenari più aridi, fino alle tipiche città fantasy-medievali, i magici castelli e naturalmente, i Dungeons mortali. Lo stile utilizzato da Margaret Weis e Tracy Hickman nella Saga di Dragonlance è piuttosto lineare ed efficace, oltre che dotato di un ritmo gradevole. Anche se non particolarmente ricca o evocativa la tecnica di scrittura dei due bravi narratori mantiene un suo stile anni ’80, spensierato ma adatto ad avventure epiche e divertenti. Molto si punta e scommette in questa saga sulla grande abbondanza di mostri, creature come draghi e personaggi con caratterizzazioni precise, basate su connotati forti e leggermente iperbolici, se non è esagerato definirli così. I personaggi sono relativamente semplici ovviamente, ma funzionano bene, hanno tratti distintivi dato che le avventure e le trame sono costruite proprio per esaltare e stimolare le loro peculiarità. Normalmente, in questi casi, si parlerebbe di Archetipi, ma l’uso del termine non è da non confondere con l’accezione diversa di questa parola, che noi tutti conosciamo bene sin da ragazzini, dalle regole di Dungeons and Dragons. In questo caso è probabilmente più corretto dire semplicemente “tipologie” o “stereotipi”. Il bravissimo e famoso scrittore David Eddings, autore della Saga di Belgariad ha riprodotto la grande Fantasy con una dose giusta di annacquamento per non renderla troppo banale, ma tuttavia semplificandola rispetto a scrittori come  Tolkien o Lord Dunsany. Dragonlance rappresenta un ulteriore annacquamento successivo a quello di Eddings , sarebbe quindi sbagliato a mio avviso parlare davvero di “archetipi”, poichè la loro fonte  è già ad un secondo livello di stereotipo, ed il primo è indubbiamente David Eddings, e ovviamente non solo.

Naturalmente, Margaret Weis e Tracy Hickman non sono due sprovveduti e hanno apportato delle variazioni forti, ma appare palese come ad esempio Tanis il Mezzelfo somigli ad Aragorn nel suo lato ramingo. Pur non essendo un “nobile” e pur avendo una nascita sotto una stella negativa il mezzelfo viene comunque adottato da un Elfo molto importante, ed è un qualcosa di simile ad un predestinato, con una storia d’amore assolutamente tormentata. Non starò ovviamente a menzionare Flint Fireforge e la sua amicizia con Tanis che ricorda quella di Gimli con Legolas. Uno dei personaggi più amati come Raistlin Il Nero ricorda certamente Elric di Melnibonè per alcuni aspetti. Il fatto che Fitzban sia un rimando a Gandalf ancor più di Merlino, è un qualcosa che si potrebbe anche tralasciare, dato che sembra una caratteristica totalmente voluta. Il personaggio è comunque particolare poichè, in una eventuale versione giocabile sarebbe indubbiamente il PNG (o NPC se preferite) che il Dungeon Master di turno si troverebbe ad usare, svolgendo lo stesso ruolo che nel cartone animato di Dungeon and Dragons è ricoperto appunto dal “mentore”, precisando però che Fitzban il Favoloso, anche se sparisce e ritorna nei suoi andirivieni come “Il mentore”,  è di gran lunga superiore, molto più integrato e meno meta-narrativo. I rimandi nei personaggi sono numerosi, non serve elencarli tutti, ma questo, tuttavia non è un fatto negativo, i personaggi appaiono originali nel loro stato finale relativamente a quanto richiesto in una saga come questa, ed in fondo non c’è alcun male ad ispirarsi ai migliori.

I difetti più marcati di questa saga non rientrano nei personaggi che sono anzi il suo punto di forza, e neanche nella trama in sé, che può certamente andar bene, essendo composta da classiche avventure che sono ricche, piene di nemici, draghi e creature,  bensì in alcune caratteristiche della stessa trama. Dragonlance è di molto superiore alla novellizzazione omologa di Greyhawk, ed è molto più letteraria, ma a volte anche qui, la dinamica da RPG fatica a farsi da parte rispetto a quella puramente letteraria, in questo, il “derby” con i romanzi dell’ambientazione dei Reami Dimenticati è nettamente perso per tre a zero, nonostante anche quest’ultimi abbiano la spada di damocle delle dinamiche GDR in agguato. Inoltre, purtroppo, ci sono eccessive forzature ed espedienti, alcuni di questi, perchè no, anche relativamente affascinanti, ma che poi non vengono approfonditi una volta che svolgono la loro funzione puramente momentanea. Un lettore può rimanere deluso in questi frangenti, essendo appunto rimasto affascinato e incuriosito. Non mancano quindi questo genere di difetti, che forse potevano essere evitati se Margaret Weis e Tracy Hickman non avessero ricevuto l’ordine di scrivere tre romanzi in un paio d’ anni circa. In ogni caso, per essere una saga di romanzi su commissione Dragonlance fa il suo onestissimo lavoro, e di certo in questo una piccola parte dei meriti va attribuita allo stabile collaboratore Larry Elmore, disegnatore che ha accompagnato la saga con numerose opere straordinarie. Alla fine, nonostante sia una saga fondamentalmente per ragazzi, Dragonlance ha saputo sopperire ai suoi difetti con avventure sicuramente emozionanti, capaci di lasciare un ricordo, diventando a modo suo  fondamentale, con un impatto enorme negli anni ottanta e novanta, e la sua influenza si è fatta davvero sentire anche rispetto a opere teoricamente superiori almeno in alcuni aspetti. 

Note

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Pubblicato da Dragonlord

Inizialmente, Dragonlord fu il signore incontrastato di Dragonland, dove scriveva qualcosa ogni tanto, nulla di più logico. Tuttavia sconfinava spesso in luoghi come Medioevo e Fantasy Chat, Terre di Extramondo, Bottega dello Stregone, Il Cancello, Metal Chat, Gothic Inside, Nocturno, Splattercontainer, Terra di Mezzo, Città del Silenzio, Gothic Culture. Nel 2010 si ritirò a Dragonland e fu rimpiazzato dal successore: Drago Birraio.