William Morris e Robert E. Howard (in breve)

Per l’anniversario della nascita di William Morris, decidiamo di ricordarlo in una maniera assolutamente insolita. Per una volta – vogliate perdonare amici – se non diremo niente sui conflitti patriottico-socialisti; niente sulle bellezze pre-raffaelite; niente rivisitazioni medievali, niente citazioni tributarie di Tolkien, niente federe per cuscini e carte da parati con i motivi “alla Morris” e niente fotografie delle ville o dei libri nelle edizioni Kelmscott. Per farla breve, non diremo nulla di tutto quello che sarebbe perfetto per quest’occasione. Per una volta. Lo ricordiamo per la sua “analisi” su uno scrittore non ancora nato al tempo di Morris: Robert E. Howard.

Una delle analisi più esaustive su Howard è stata fatta da chi non lo ha mai conosciuto, da chi è vissuto prima che il Ciclo di Conan il Barbaro fosse scritto, e quindi portata a compimento per mezzo dell’uso talvolta “contro-intuitivo” della parola “barbaro”, quest’ultimo almeno per quanto riguarda Morris.

Quanto mi consolerebbe che la barbarie inondasse ancora una volta il mondo, e sentimenti e passioni reali, per quanto rudimentali, prendano il posto delle nostre miserabili ipocrisie” (Opere, di M.R. Elia, Edizioni Laterza, 1985)

A parte il desiderio di produrre cose belle, la passione principale della mia vita è stata ed è l’odio per la civiltà moderna” (Notizie da Nessun dove, 1890)

Come può coesistere in un solo uomo il principio che vede “La semplicità come essenza stessa della raffinatezza” (Arte e bellezza, 1882) con quello che invece vede il “Costruire un arazzo mentre si scrive un poema epico è come pregare Dio intensamente” (Art and Plutocracy, Good Press, 2020).

Il proto-socialismo identitario, pagano e Folk, cementato nel valore eroico, negli insegnamenti della “Vala di Odino”, nell’erboristeria le sue essenzialità magico-sciamaniche ringiovanisce il mondo dalle ipocrisie e iniquità che lo invecchiano nel mercantilismo e nella plutocrazia. Il posto occupato da Thiodolf degli Wolfings, e da tutti gli “Warduke” a capo delle “Houses” è preso da Conan il Barbaro che salirà infine sul trono ringiovanendo le civiltà decadenti con qualcosa che è “retro-evoluto” ma non realmente involuto. L’Impero Romano che dilaga nella conquista e nella strategia tellurica è occupato dalla decadenza aquiloniana.

Anche Morris in seguito, nel romanzo The Sundering Flood rappresenterà questo concetto con l’aristocrazia plutocratica di baroni e duchi a Sundering-Flood City – che spesso si serviva dei brutali e spietati Black Skinners – ma che sarà ciònondimeno sconfitta da un umile eroe Osberne Wulfgrimson proveniente dall’agreste pago a Wethermel. Oltre il Fiume Nero – appartenente alla saga di Conan il barbaro – non evolve soltanto il pensiero de “I Vermi della Terra” (Ciclo di Bran Mak Morn) e de “Gli dei di Bal Sagoth” (Con protagonista Turlogh O’Brien) ma completa anche l’antimodernismo estetizzante di William Morris in House of The Wolfings, fornendoci una visione di come sarebbe stato il pensiero di Morris senza il suo deciso spostamento verso suggestioni genuinamente cristiane e cavalleresche.

Solo i barbari sono in grado di ringiovanire un mondo in preda al crollo della civiltà moderna” (Scandinavian Elements of Work of William Morris, di Karl Anderson, Harvard University Press, 1940)

La barbarie è la condizione naturale del genere umano […] la civiltà è innaturale, un capriccio del caso, alla fine la barbarie trionfa sempre” (Conan il Barbaro In “Oltre il Fiume Nero“)

Ma ne abbiamo parlato un po’ meglio su Hyperborea.

Note e Riferimenti

Barbarian: Il Ciclo di Conan e l’anticonformismo di Howard – Saggi, Hyperborea, 2022

William Morris: Sorgente del Fantastico – Editoriali, Dragonsword, 2016

Pubblicato da Pat Antonini

Ha studiato letterature e lingue straniere moderne. Collabora stabilmente con Hyperborea, Centro Studi Eurasia-Mediterraneo, Dragonsword e Punto di Fuga.