Trilogia della Guerra degli Antichi

Per molti appassionati di Fantasy la metà degli anni ’90 (nello specifico il 1995 e 1996) e poco a seguire, dove si scoprivano le prime letture come nel caso specifico Robin Hood, Lo Hobbit, Conan il Conquistatore (L’Ora del Dragone) e molte altre, tra le quali anche il Drago di Fuoco (R. Knaak, primo atto della saga di Dragonrealm) non erano solo gli anni delle prime letture appassionanti, avventurose o fantastiche, ma anche quelli di giochi come Doom 2, Diablo e soprattutto Warcraft 2, e anche questi hanno cementato la passione che è sbocciata maggiormente in seguito. Per questo motivo, il convergere di un nome come Richard Knaak in una realtà come quella di Warcraft,  per chi ha giocato a “War 2” genera un interesse particolare. Ovviamente non staremo qui ad imbambolarci coi soliti discorsi preconfezionati come

“sono deluso perchè mi aspettavo un capolavoro o quantomeno ottimi libri”

in effetti, nessuno si aspettava un capolavoro, il problema è indubbiamente un altro, ed è forse più sottile. Chi si aspetterebbe un capolavoro da una situazione del genere può essere semplicemente un candido ingenuo. Senza voler fare il vecchio esperto, mi sembra abbastanza evidente che questo tipo di peccati si fanno da ragazzini, e ormai, ci abbiamo già sbattuto il muso, e non solo una volta, vedasi Krull, Il Gioco degli Eroi, e Shadowkeep, non tutte queste drammatizzazioni (o Novellizzazioni se preferite) sono orrende, ma hanno tutte un qualcosa che non funziona. Le aspettative sui romanzi della Trilogia della Guerra degli Antichi dell’ambientazione Warcraft erano razionali anche per un estimatore di tutti i vari videogiochi del mondo di Warcraft. Parte delle cose importanti da dire sono già state anticipate in un post precedente, credo di poter prevedere quindi che in questa occasione riusciremo ad essere brevi.

I romanzi de “La Guerra degli Antichi” sono usciti tutti e tre nel 2007, spesso percepiti come le primissime opere da leggere, cosa che in realtà non è sbagliata, anche se è giusto precisare che sono preceduti da “Archive”, dall’enciclopedia, oltre che da alcuni romanzi brevi e racconti, ma è opportuno non dilungarsi su dati specifici a riguardo essendo inutili per questo tipo di commento. In questi tre romanzi viene raccontata una lunghissima storia che inizia con Il Pozzo dell’eternità, primo romanzo che ha lo scopo di presentare il contesto e i vari i personaggi , tra i quali Illidan Stormrage che non è ancora quello da tutti conosciuto, l’orco Broxigar, Rhonin il mago, il drago Korialstrasz, Tyrande, Malfurion e altri ancora che si muovono anch’essi attivamente nel contesto.  Segue L’Anima dei Demoni, dove i fatti preparatori arrivano alle fasi decisive e centrali, ed entrano nel contesto anche gli “Aspetti Draconici”. Infine nell’ultimo libro intitolato L’Abisso vengono in sintesi narrate le conseguenze delle scelte, che consistono in ulteriori scelte sempre più tragiche che portano alla situazione stravolta che già si conosce per Warcraft 3 e World of Warcraft.

Ritengo doveroso chiarire che da un punto di vista del retroterra di ambientazione, o della cosiddetta “Lore”, e dei vari riferimenti storici di Warcraft il lavoro di Richard Knaak è stato meritevole. Scrivere ottocento pagine conservando tutta la coerenza non è uno scherzo, aggiungendo che quel vago sapore ancestrale e mitologico che serviva è stato in qualche modo mantenuto. Il problema è che lati positivi potrebbero davvero finire qui. I romanzi sono ricchi di guerre ad alto livello magico e senza dubbio regalano avventure teoricamente buone e momenti potenzialmente suggestivi. Personaggi come Rhonin e Tyrande, i Draghi e gli Elfi della Notte in generale sono di certo affascianti, ma tutta le energie delle storie sono come imbrigliate negli schemi della Lore di Warcraft, e questo è normale, ovviamente, è pur sempre un lavoro per i fan di tutto il mondo di Warcraft, ma fino ad un certo punto, perchè non è solo questo fattore, ma anche cose come gli espedienti di comodo, l’attenzione negli omaggi ai fan, una narrazione un po’ meccanica sono fattori che contribuiscono a peggiorare la situazione. Nonostante ci sia tutto per offrire del divertimento, non c’è quell’anima che a mio avviso dovrebbe essere in un libro Fantasy. Non fraintendetemi, ci potrebbe sempre essere il momento in cui è bello vedere la meravigliosa Tyrande in azione, o gli iconici Rhonin, Illidan, e così i Draghi, ma c’è qualcosa che non funziona nella narrazione che non riesce a dare ricordi neanche paragonabili a Dragonlance o Dragonrealm, e non stiamo parlando di capolavori come Conan il Barbaro o Il Signore degli Anelli, ma semplicemente di Dragonlance e di Dragonrealm, due saghe carine, volenterose ma con dei grossi difetti.

Nonostante Dragonlance sia anch’essa una saga su commissione la differenza è abissale, poichè quest’ultima riesce tutto considerato ad andare oltre al romanzo “ambientativo di Lore” e assumere una sua dignità letteraria, nonostante tutti i suoi difetti. Dragonrealm, ossia l’unica saga “puramente letteraria” della carriera di Knaak, è stata senza dubbio scritta da un Richard Knaak meno esperto , tuttavia, anche in questo caso, pur tenendo conto dei suoi difetti, aveva senza dubbio anche quel suo modo anni ’80 unito ad un approccio pseudo-medievale e mitologico o ai piccoli richiami alla Fantasy più “antica” che alla fine regalava qualche emozione in più, e metteva in luce una narrazione con più tradizione letteraria, cuore e anima. Questo pregio, nonostante il lavoro organizzativo degno di nota, e tutte le “chicche per i fan” in questa trilogia non si vede affatto. Ad ogni modo non la definirei una delusione, I tre romanzi de La Guerra degli Antichi in fondo fanno quello che devono, probabilmente il tutto è dovuto ad una eccessiva lunghezza, un sistema al principio che è qualitativamente fallimentare (anche se di successo) e un fraintendimento di base su cosa debbano essere dei romanzi Fantasy. Il fatto che sia una drammatizzazione in parte basta a liberarci di questo equivoco, ma forse, è utile ribadire che in fondo si dovrebbe solo accettare che anche se di carta, anche se d’inchiostro, non necessariamente si può chiamare libro, o meglio ancora “letteratura”, e questo alla fine lo sapevamo già. 

Note

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Inizialmente, Dragonlord fu il signore incontrastato di Dragonland, dove scriveva qualcosa ogni tanto, nulla di più logico. Tuttavia sconfinava spesso in luoghi come Medioevo e Fantasy Chat, Terre di Extramondo, Bottega dello Stregone, Il Cancello, Metal Chat, Gothic Inside, Nocturno, Splattercontainer, Terra di Mezzo, Città del Silenzio, Gothic Culture. Nel 2010 si ritirò a Dragonland e fu rimpiazzato dal successore: Drago Birraio.