Avatar – La Leggenda di Aang

Avatar la Leggenda di Aang: un originale fantasy animato in salsa orientale

Avatar la Leggenda di Aang è una serie animata statunitense creata da Michael Dante Di Martino e Bryan Konietzko negli anni 2000 1 e trasmessa inizialmente sull’emittente tematica Nickelodeon. Si tratta di un’atipica opera fantasy che ricorda da vicino gli anime giapponesi pur discostandosi da essi per la mancanza di alcuni tratti ricorrenti come il patetismo e momenti di comicità demenziale. La vicenda si svolge in un mondo immaginario dove l’umanità è divisa in quattro grandi tribù, ognuna delle quali contrassegnate da uno dei quattro elementi: acqua, aria terra e fuoco.

Un merito della narrazione è quella di eliminare gli “spiegoni” didascalici e permettere allo spettatore di familiarizzare con questo mondo alternativo, scoprendolo poco a poco con il dipanarsi della vicenda, similmente a come accade quando si scopre una nuova località in un viaggio reale. In ciascuna di queste comunità esistono delle persone capaci di controllare questi elementi, chiamate “dominatori”. Una sola persona però è capace di dominarne tutti e quattro: l’Avatar, che si reincarna ciclicamente per garantire l’equilibrio tra le parti. I movimenti e le ritualità dei dominatori per esercitare il loro potere ricordano da vicino alcuni stili del Kung Fu, mentre le culture delle varie nazioni si rifanno palesemente a quelle dell’estremo oriente con alcune eccezioni peculiari, che mai attingono all’Occidente, dando allo spettatore occidentale una sensazione di esoticità. Riferimenti a Cina, Giappone e Corea sono onnipresenti nei quattro popoli e si trovano un po’ ovunque, mentre la tribù dell’Acqua si rifà alla cultura degli Inuit, così come i Guerrieri del Sole, i primi dominatori del Fuoco, rimandano molto da vicino ai Nativi Americani. I monaci della tribù dell’aria sono invece più simili ai monaci buddisti e l’avatar si ispira al Dalai Lama. Molti degli animali presenti sono frutto di fantasia, combinando spesso le caratteristiche di creature esistenti.

Nella vicenda narrata l’aggressiva Tribù del Fuoco ha preso il sopravvento e sta completando il suo dominio su tutte le terre conosciute. Questo è accaduto a causa della mancanza dell’Avatar, scomparso da un secolo per motivi fortuiti. La storia comincia quando due ragazzi, un fratello di nome Sokka e una sorella chiamata Karata, liberano accidentalmente dal ghiaccio un ragazzino membro della tribù dell’aria: questi è Aang, il nuovo Avatar. La vicenda infatti si divide in tre capitoli, chiamati “Libri”, che comprendono circa 20 puntate ciascuna. Aang, che è un dominatore dell’aria, in ognuno dei capitoli deve apprendere il dominio di uno degli elementi mancanti: Acqua, Terra e Fuoco. A dare caccia al gruppo c’è l’esercito del fuoco con il Principe Zuko, figlio del Signore del Fuoco Ozai, che inizialmente costituisce l’antagonista principale. Il giovane è accompagnato dallo zio Iroh, che incarna il topos del maestro apparentemente sbadato e inoffensivo ma che invece possiede grande forza e saggezza. Iroh vuole cercare di far desistere il nipote dalla sua battaglia, conducendolo verso una maggiore consapevolezza.

I personaggi sono espressivi e ben caratterizzati e non sempre si rifanno agli stereotipi narrativi comuni: ad esempio Toph Beifong, la maestra del dominio della Terra che si unisce al gruppo nella seconda serie, appare come una persona rude e mascolina, mentre lo stesso Aang, sebbene abbia dodici anni, sembra lontano dall’essere l’eroe carismatico e risolutivo a cui il pubblico è abituato. La psicologia dei personaggi è ben costruita e questo rende facile empatizzare con loro. Il tratto è semplice ma allo stesso tempo sciolto ed espressivo. Colpisce non solo la prevedibile maturazione di Aang, da acerbo preadolescente a giovane uomo solido, consapevole e pronto a farsi carico delle sue responsabilità, ma anche tutto lo sviluppo del resto del panorama dei personaggi. Il clima dell’opera è alquanto disteso ma non mancano temi importanti e dilemmi non semplici a cui sono sottoposti i protagonisti. La storia mantiene sempre un alto livello, ma trova il suo tallone d’Achille in alcuni episodi sostanzialmente autoconclusivi che, seppur risultino tutto sommato apprezzabili, sono rei di allentare il pathos e il coinvolgimento da parte dello spettatore dando un po’ l’effetto di brodo allungato. La serie non è molto famosa in Italia ma è meritatamente un cult negli Stati Uniti, tanto da assurgere a pietra miliare del genere, addirittura contribuendo a ridefinirlo. Questo lavoro mostra come si possa trattare in modo chiaro ed efficace complessi temi filosofici e morali non rinunciando a una narrazione ben orchestrata e adatta a tipi diversi tipi di pubblico, sia per età che per gusti ed estrazione culturale. Impegnative questioni spirituali come problemi più prosaici vengono così trattati con la stessa disinvoltura. Il successo su larga scala di questo lavoro è confermato dalla comparsa di prodotti derivati quali un fumetto che approfondisce alcuni aspetti e risolve alcune questioni della narrazione rimaste in sospeso, il noto film in live action poco riuscito, diretto dal famoso M.N. Shyamalan e una successiva serie sempre girata dal vivo che ha trovato maggiore plauso, oltre che lo spin-off “The Legend of Korra”, che non ha avuto lo stesso esito felice anche per via di dissidi interni in fase di produzione. In definivita questa serie è un gioiello da riscoprire ed è entrato a far parte di diritto della storia dell’animazione.

Note e Riferimenti

1 – Avatar – La Leggenda di Aang è andato in onda su Nickelodeon dal 2005 al 2008, mentre è stato trasmesso su Nikelodeon Italia e su Rai Gulp dal 2008 al 2010.

Avatar – La Leggenda di Aang (Scheda Ufficiale, IMDB)



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Laureato in Lettere Moderne e specializzato in Filologia Moderna. Ha collaborato con le testate "Nuovo Corriere Viterbese" e "Aliante Tusia". Capo Redattore del giornale online "Il Punto di Fuga" e redattore della web magazine "L'Undici". Scrittore di romanzi e racconti, molti dei quali già pubblicati