Lo Scettro Mortale (Derek Sawde)

La prima e famosissima edizione degli Urania Fantasy durata circa dal 1987/1988 fino a metà anni novanta è contraddistinta da moltissime uscite di Saghe Fantasy e un numero decisamente minore di romanzi singoli. In queste recensioni più brevi, quest’ultimi avranno per ovvie ragioni la precedenza. Alcuni di questi romanzi usciti nella collana sono immersi in una regione – ahimè – piuttosto nebulosa dei ricordi, ma Lo Scettro Mortale, sebbene appartenente al gruppo dei più vecchi (numero 22, 1990), anche a causa di un recupero non cronologico e totalmente casuale a partire dal ’95/96 circa, è stato uno di quelli letti per ultimo, anche se pur sempre molti anni fa. Il romanzo è passato a dire il vero piuttosto in sordina rispetto ad altri. Non si può certo dire che Derek Sawde sia un autore molto conosciuto, ma per ciò che è stato possibile capire , quei pochi che ne hanno parlato hanno espresso pareri diversi. Tra questi vi è quello di Lester Del Rey, ben noto scrittore di Fantascienza che vi riconobbe la capacità di creare un mito “inedito” anche se radicato ai tropi più riconoscibili. Di certo non dello stesso avviso fu Dave Langford, firma di punta della rivista anni ’80 White Dwarf che stroncò in maniera piuttosto derisoria il romanzo proposto da Mondadori negli Urania Fantasy nel 1990.

Fin troppo banale dire che la verità è nel mezzo, così come lo è anche l’ambientazione stessa – Il Mondo di Mezzo – dove tutti i fatti si svolgono. Lo Scettro Mortale è un’avventura di “Fantasy Classica” nella sua forma più cavalleresca e altisonante, basata su uno stile piuttosto solenne e ricco della prosa che potrebbe essere un incoraggiamento per molti, e un ostacolo per altrettanti, ma è indubbiamente superiore ad alcuni autoconclusivi Urania Fantasy, come Il Potere della Luna di Andrè Norton, tanto per fare un esempio. L’impresa eroica si basa sul recupero di un talismano di grande potere, Lo Scettro Mortale, l’unica speranza per contrastare il potere inarrestabile di Ral La Bellissima, l’incantatrice che abita la foresta stregata. Il principe di Telmirando dovrà spingersi nelle profonde caverne della Regina delle Onde, dove qui incontrerà imprevisti, creature, mostri e nemici perfino più potenti – come viene sottolineato più d’ una volta – del mago Selenthoril, ovvero colui che incarica il protagonista, e la stessa Strega Ral “La Bellissima”. Dopo l’inizio lievemente affaticato e compassato, le fasi avventurose vere e proprie sono appassionanti se si gradisce uno stile prolisso e solenne. L’ avventura e il contesto cavalleresco sono profondamente arturiani. La missione di recupero percevaliana e puramente avventurosa si unisce ad una dinamica più macroscopica che riguarda gli eserciti del Mondo di Mezzo e la regione di Tharang; elemento narrativo del tutto simile a quello che prende vita ne Il Signore degli Anelli. Da un lato si potrebbe dire che il romanzo di Derek Sawde potrebbe piacere a quegli amanti di Tolkien con una passione non sdegnosa di chi ama ricalcarlo per difetto, e che non si senta in dovere poi di predicare contumelie su quanto sia indegno ciò che non si chiama Tolkien. Potrebbe inoltre essere gradito da chi ama scrittori come T.H. White, Lloyd Alexander o Guy Gavriel Kay, ammesso che si abbiano tuttavia aspettative neutre e contenute, poichè sarà indubbio scorgere in questo romanzo uscito originalmente nel 1985 una attitudine esercitante dello stile e un certo senso di revival di fondo che rende l’opera più un tributo che un qualcosa con una sua definita anima concreta.

Note 

(Nessuna)

 

 

Pubblicato da Pat Antonini

Ha studiato letterature e lingue straniere moderne. Collabora stabilmente con Hyperborea, Centro Studi Eurasia-Mediterraneo, Dragonsword e Punto di Fuga.