Dal Paganesimo all’impero inglese
- QUERCIA COMUNE
Quercus robur (Fagaceae) - ALTRI NOMI COMUNI
Farnia, Rovere, Leccio - ETIMOLOGIA
Quercus dal celtico Quer Kaer: bell’albero , Robur dal latino Robur: forte - FAMIGLIA
Fagaceae - ORIGINE
Europa - CLIMA E HABITAT
Clima temperato e subtropicale, terreno profondo ed umido - DIFFUSIONE
America, Asia, Europa, Nord Africa - LONGEVITÁ
Anche 800 anni - ALTEZZA MASSIMA
40 metri - FIORI E FRUTTO
Fiorisce tra Aprile e Maggio. La quercia comune produce le prime ghiande tra i 25 e i 40 anni di età.
Forse più di qualsiasi altro albero, questo è parte integrante della mitologia classica, pagana e del folclore delle Isole Britanniche. È un albero maestoso, imponente, soprattutto quando cresce nelle radure dei boschi o fuori dalle foreste. In questo caso, il suo tronco può raggiungere i 3 metri di diametro da cui si diramano rami contorti e nodosi a formare una chioma estesa e, con la sua altezza che supera i 30 metri, caratterizza in modo incisivo il paesaggio circostante come un magnifico monumento della natura. Quando, invece cresce in zone dense, come le foreste, il suo tronco ha un aspetto colonnare, con una corteccia di colore grigio solcata da profonde fessure con i suoi rami che si spingono verso l’alto, ma prima di raggiungere il cielo, le sue radici si radicano profondamente sotto terra: in pratica cresce quasi in maniera speculare sia sotto terra che in via aerea.
Sono alberi che vivono a lungo. Le più vecchie querce conosciute sono: la Farnia di Norra Kvill (Svezia) che possiede un tronco con una circonferenza di 14,80 metri (Fig.1), la “Femeiche” che cresce a Erle, nei pressi di Raesfeld (Germania), con un’età stimata a 1.500 anni (Fig.2).
Esistono ben 600 specie di quercia, conosciute fino a d’ora, di cui 27 sono presenti in Europa, compresa la Quercia Rossa (Quercus rubra) importata dall’America che, in alcune regioni, è stata piantata come specie forestale.
È una pianta che possiede sia il fiore maschile che quello femminile sullo stesso albero (monoica), ma separati. La loro fioritura avviene tra aprile e maggio, però, non prima dei 40 anni di età.
I frutti sono delle piccole ghiande dal peso di circa 3 grammi che maturano tra settembre ed ottobre, mantenendo la facoltà di germogliare solo per un breve periodo. Vengono, oggigiorno, utilizzati come foraggio per suini, anche se diverse ricerche hanno dimostrato che nell’età preistorica e non solo, le ghiande venivano raccolte e conservate con grande cura come riserva alimentare per l’inverno.
Le foglie, a dipendenza della specie, possono avere un picciolo molto corto, quasi inesistente, o più lungo. Per esempio nel Rovere le foglie sono lunghe da 8 a 12 cm e larghe da 5 a 7 cm, disposte in modo alternato e provviste di un picciolo lungo 1-3 cm. Una particolarità di questa specie, è che spesso non perde le sue foglie durante l’inverno, per perderle, poi, in primavera: questa caratteristica ha fatto sì che in lingua tedesca venga chiamata con il nome Wintereiche (quercia invernale).
La quercia è una pianta molto generosa ed ospitale. È impressionante la quantità di insetti e di animaletti che ospita e che dipendono da lei. Oltre 400 tipi di farfalle, 100 specie di coleotteri e ditteri. Per non parlare degli animaletti come il ghiro quercino e la ghiandaia che per le sue scorte invernali raccoglie fino a 11 chili di ghiande. L’edera e il vischio si arrampicano sui suoi tronchi e offre le condizioni ideali perché muschi e licheni possano lambire i sui tronchi, come la Bactrospora dryina, una specie di lichene tipico della quercia, ormai in via di estensione.
E che dire del suo legno, comunemente chiamato Rovere, quello più pregiato, è un legno durevole, resistente e duro, adatto sia per la costruzione interna che esterna e, soprattutto per la costruzione di imbarcazioni. È considerato il il ‘padre delle navi’. Basta pensare che gli stessi Vichinghi giunsero in Inghilterra con le loro magnifiche navi in legno di quercia e 500 anni più tardi, le foreste di querce a sud dell’Inghilterra furono spogliate degli esemplari più vecchi e pregiati per procurare il legname alla flotta britannica permettendo, così, agli inglesi di esplorare e colonizzare gran parte del mondo e contribuendo alla realizzazione di uno dei più grandi imperi della storia. Furono abbattute un’infinità di querce, un numero impressionante! Un esempio? Solo per la nave ammiraglia di Nelson necessitarono 5500 querce. Antichissima è, anche la tradizione, si parla di oltre 3 millenni, della costruzioni di botti in legno di quercia per la conservazione e l’affinamento di vini, whisky, porto, cognac e sherry. Già i popoli Teutonici cercinavono i tronchi e li privavano della corteccia, questo ogni 20 anni, per farla essiccare ed estrarre, poi, gli acidi tannici che venivano utilizzati per conciare le pelli, tingere i tessuti o per la fabbricazione di inchiostro.
Le proprietà curative della quercia erano note fin dall’antichità con una viva tradizione nella medicina popolare. Viene utilizzata la corteggia delle piante giovani, che contiene circa il 20% di tannini, per fare decotti. Decotti che vengono usati per dei bagni allo scopo di curare varie malattie come infezioni urinarie, dell’utero e fistole. Oppure usati per fare dei gargarismi contro l’alitosi, il mal di gola, le gengive infiammate o le tonsille gonfie. Anche la tisana di corteccia ha un effetto curativo ed astringente usato soprattutto per la cura malattie dello stomaco e nei casi di diarrea acuta.
La quercia è una pianta che è stata venerata ed onorata da tempo immemorabile. Simbolo di forza e di potenza, veniva usata dai popoli celtici come oracolo o per cerimonie a carattere giuridico. Le sue profonde radici, che cercano le sorgenti d’acqua sotterranee, la rendono vulnerabile ai fulmini. Forse, è questo il motivo per cui gli antichi romani la associavano a Giove, i greci a Zeus, i teutoni a Donar e i Celti a Tanaris. Anche la divinità femminile Dana, dea madre celta, si rivela nell’albero di quercia. Le Woodwives, esseri fatati tedeschi della foresta, amano danzare attorno le vecchie piante di quercia. I piccoli elfi della tradizione inglese vivono negli alberi di quercia e i buchi che si trovano nei tronchi sono la loro via d’entra e di uscita: la porta che collega il nostro mondo al Regno Feerico (la terra degli esseri fatati). Sempre in Inghilterra esistono delle creature poco amichevoli, molto simili ai nani, che vengono chiamati Uomini delle Querce e che vivono all’interno dei ramoscelli degli alberi abbattuti. Questi omini, offrono cibo ai comuni mortali, ma bisogna fare attenzione perché le loro pietanze non sono altro che funghi velenosi camuffati con la magia. Molte di queste querce, venerate per secoli dai popoli pagani, furono, purtroppo, abbattute da missionari e da monaci cristiani per debellare i culti pagani nelle regioni o trasformate in cappelle come la famosa Chêne Chapelle in Francia (Fig.3).
Ma impavide, alcune, resistono alla volgarità del mondo come la magnifica quercia di Buchenwald sotto cui riposava e meditava Goethe.
Note e Riferimenti