Il Patto con il Fantasma (Charles Dickens)

Il sovrannaturale e il fantastico occupano un posto assolutamente importante nei cosiddetti “Christmas Books” di Charles Dickens, sfiorati da queste suggestioni in almeno quattro storie delle cinque che vengono racchiuse in questa epitome natalizia. Similmente a come avviene nella storia più famosa dei Christmas Books, vale a dire Il Cantico di Natale (1843), anche qui ne Il Patto con il Fantasma (1848), il professor Redlaw sarà alle prese con uno spettro con dinamiche iniziali non dissimili da quelle del più famoso Scrooge.

Il fantasma natalizio è una cupa e sinistra immagine riflessa nelle forme di un alter ego del protagonista. La sua comparsa tuttavia ha scopi lievemente differenti rispetto a quelli dello spettro di Jacob Marley, ammonitore e anticipatore di preludio degli “Spiriti del Natale” che guideranno lo spilorcio e cinico banchiere Ebenezer Scrooge verso la conversione e il cambiamento. Ne Il Patto con il Fantasma, lo spettro sembra indurre Redlaw al pericolo basato su un concetto più wildeiano che dickensiano, ovvero quello il grande classico del

….attento a ciò che desideri;… perchè potresti ottenerlo“.

A Redlaw viene infatti conferito un dono – quello di rimuovere i dolori e le ferite del passato – che è oltretutto anche “contagioso”. Il racconto segue bene una radice genuinamente moralistica che consiste nel ritenere divina e preziosa la memoria, l’esperienza e quelle scelte difficili mai accomodanti, rappresentando per contro diabolica la strada facile, la dimenticanza e la disconoscenza della memoria positiva o negativa che sia. Il grande potere e la responsabilità che ne deriva si rivelerà presto infatti una maledizione e non un dono di Dio. Dickens narra tutto ciò con eleganza e sfrutta il racconto come opportunità per offrire ai lettori una visuale su come le persone, che rinunciano a far buon uso dei ricordi tra i quali anche le esperienze dolorose, possano cadere nell’egoismo e nell’individualismo e smarrire, se non addirittura cancellare del tutto la propria identità. Attraverso la narrazione di questa “magia” causata dal contatto con un singolare “fantasmaDoppelgänger” Charles Dickens affronta i suoi temi cardine, come la povertà, la feroce critica a chi si è avvantaggiato dei problemi della rivoluzione industriale, l’abbandono, la sofferenza dei bambini dei ceti più umili della società inglese, il ricordo delle proprie origini, e altri temi ancora che lo scrittore inglese ha reso sue connaturate tipicità. Naturalmente, se non per una rapida menzione per “dovere di cronaca”, non è necessario sottolineare e spiegare le motivazioni di un qualcosa che tutti voi sapete piuttosto bene, ovvero che è abissale la differenza tra questo racconto e il suo “parente”, Il Cantico di Natale, opera assai vicina al capolavoro per come affronta tutti i temi dickensiani, talvolta con una efficacia sorprendente che supera in certi segmenti perfino quella dei suoi romanzi realistici e psicologici. Se tuttavia da un lato Il Patto con il Fantasma è a tutti gli effetti un racconto possibile da trascurare quale “bigino postumo” de Il Cantico di Natale, dall’altro, si rende apprezzabile per come suggerisce un certo grazioso e incantevole “cristianesimo del caminetto scoppiettante”, che è in fin dei conti di fattezze simili a quella sintesi precisamente centrale tra realismo e romanticismo che caratterizza non solo lo stile di scrittura, ma anche la statura filosofica di un ammirevole pensatore come Dickens, poichè: è necessario ammetterlo, Charles Dickens – che piacciano o no le sue opinioni – è stato incontestabilmente un uomo dalla dimensione filosofica e di “pensatore” eccellente, che niente invidia in termini di pensiero intellettuale a qualsiasi filosofo e fautore delle scuole varie, dottrine e saperi filosofici. La sua inclinazione refrattaria al conservatorismo teoricamente in antitesi con i suggerimenti moralizzanti del suo “cristianesimo del focolare” si riflette alla grande nel suo stile puramente letterario e nelle sue idee sociali. Questo breve racconto pertanto ha i meriti di rappresentare degnamente questi elementi, e se a tutto questo si aggiunge che l’atmosfera natalizia e le connessioni festive sono più che soddisfacenti, si può tranquillamente concludere che Il Patto con il Fantasma raggiunge lo scopo di essere una buona lettura di accompagnamento ad altre storie sovrannaturali, natalizie o fantastiche in generale, che siano più corpose.

Note

(Nessuna)

 

 

Pubblicato da Pat Antonini

Ha studiato letterature e lingue straniere moderne. Collabora stabilmente con Hyperborea, Centro Studi Eurasia-Mediterraneo, Dragonsword e Punto di Fuga.