É passato davvero molto tempo dalla lettura de L’Isola del Dottor Moreau, romanzo ben più famoso di questo racconto che appartiene alla zona meno citata dello scrittore Herbert G. Wells. Quando si parla di Wells, è probabile che infatti che le persone pensino a L’Uomo Invisibile, La Guerra dei Mondi, La Macchina del Tempo, e altre storie note anche nel cinema, eppure il racconto ha dato grandi ispirazioni sia nella letteratura che nel cinema. In effetti è una strana congiunzione composta dalla visione del film ispirato L’Impero delle Termiti Giganti, di Bert I. Gordon, e il ritrovamento di un vecchio cofanetto Mursia ad aver permesso questa lettura che si è rivelata alquanto interessante.
Ritengo necessario dire che il film di Bert I. Gordon è una pellicola a basso costo, che non soddisferà molti appassionati di cinema, ma è gradevole per chi ama i film datati e fanta-horror. Precisato questo, e passando al libro, è bene dire che Wells non è una sorpresa. In fondo, anche se di molti anni successivo a Giulio Verne (scomparso proprio nell’anno di uscita di questa novella, il 1905) si gioca con lui la nomina di “Re della Fantascienza”. Rimane tuttavia sempre spiazzante trovare un racconto assolutamente privo di punti deboli. Herbert G. Wells si dimostra un vero maestro, non c’è che dire. Lo stile che utilizza è abbastanza leggero, coinvolgente e davvero ricco di tensione. La capacità di creare pathos lo rende capace di essere apprezzato indubbiamente anche da un lettore Horror. Una goccia di tensione presa da questo racconto, e stillata su un qualsiasi romanzo Horror, anche fosse uno sul diavolo, sui Lupi Mannari o Zombie, sarebbe davvero una manna. Inoltre, Wells, costruisce in modo rigoroso e credibile anche le dinamiche che portano le formiche giganti ad assumere precisi atteggiamenti sociali, la loro mentalità collettiva e un comportamento bellicoso contro gli umani, sfruttando benissimo le sue conoscenze scientifiche senza incappare tuttavia in certe esagerazioni e nevrosi che si trovano nei maestri della fantascienza successivi. A meno che la memoria non faccia difetto, il film di Gordon è fedele in un tratto particolare che è la rassegnazione e l’impotenza umana, la cui posizione di dominio viene rappresentata come appesa ad un filo. Non certo per cadere nella solita retorica del “però il libro era meglio“, si rivela fondamentale far capire che per quanto siano carini e interessanti pellicole come quella di Gordon o anche Them, queste si limitano a far apparire gli esseri umani goffi con le loro armi da fuoco e tecnologie contro Formiche Giganti, resistenti e mostruose. Nel racconto di Wells la questione è abbastanza diversa. Le formiche sono simili sia ad alieni che Robot, eppure sono perfettamente formiche. Traspare bene la loro metodica “intelligenza”, e Wells riesce a creare un racconto breve davvero notevole. Credo che si possa dire che questa novella del 1905 sia davvero vicina alla perfezione.
Note
L’Impero delle Termiti Giganti (di Bert I. Gordon)