
Commento breve del romanzo Le Notti di Salem (Stephen King, 1975)
In questi mesi, rivedere film come I Tre Volti della Paura di Mario Bava, così come leggere racconti sullo stile de Il Vampiro e La Famiglia del Vurdalak di A. K. Tolstoj, non sono stati necessariamente atti di ribellione contro l’ormai inarrestabile Twilight, bensì un modo per prepararsi a quello che da molti è considerato il più pauroso dei romanzi di Stephen King: Le Notti di Salem.
Il romanzo è stato scritto nel 1975, un anno dopo a quello d’esordio, ovvero il famoso Carrie Lo Sguardo di Satana. King costruisce già da queste sue primissime fasi la sua tipica cittadina nello stato del Maine utilizzata in entrambe le storie. Una precocità che è indubbiamente da ammirare. Probabilmente una lettura come quella sopracitata, ossia La Famiglia del Vurdalak, può aver senza dubbio influenzato, ma quando la cittadina nel romanzo di Stephen King inizia a svuotarsi è inevitabile ripensare alla desolazione del villaggio serbo nel notevole racconto russo ottocentesco, storia di cui forse un giorno si parlerà meglio. Ma senza divagare troppo, forse è maggiormente opportuno citare i riferimenti a Dracula abbastanza lampanti, o quelli che vi riporto per “dovere di cronaca” a Shirley Jackson, che per correttezza ammetto, menziono per sentito dire, conoscendo questa grande scrittrice solo di fama, per ora.
Conclusioni
La storia ci mette un po’ di tempo a mettersi in moto. King svolge una preparazione relativamente lunga composta da vari personaggi caratterizzati in modo molto preciso e alcune divagazioni che si potrebbero spiegare ricordandosi che questo è solo il suo secondo romanzo, anche se in realtà tale caratteristica si trova anche negli scritti del King più esperto. Si può senza dubbio dire che lo scrittore di Portland in questo romanzo abbia tentato di rimodernare il classico gotico grazie all’utilizzo di un’atmosfera molto dark, di una figura del “Nosferatu” riprodotta fedelmente e di un ricorso generale ai classici, ma rinnovandolo per mezzo di tematiche critiche molto forti, moderne, psicologiche e sociali, oppure tragiche o tipiche della storia drammatica moderna, ossia un insieme di fattori che si sostituiscono ovviamente alla spina dorsale romantica che non può mancare nel classico gotico. L’operazione, si può anche dire che sia riuscita, Le Notti di Salem è nell’insieme un ottimo Horror Dark/Gothic, o se preferite, un Horror Neogotico. Il romanzo non delude, e suscita effettivamente paura e tensione come prevede la sua reputazione, dando a cesare quel che è di cesare anche sul fronte dei vampiri che sono di ben altra pasta rispetto a quelli di L. K. Hamilton o S. Meyer. Si trovano a mio modesto avviso dei passaggi faticosi, ma questo probabilmente potrebbe essere dovuto soltanto ad un gusto personale verso lo stile di King. Si può dire inoltre che, nel campione a disposizione dei romanzi letti di Stephen King nel corso degli anni, Le Notti di Salem emerge per superiorità rispetto ad alcuni altri come Tommyknockers o Colorado Kid.
Note
Il Romanzo è stato ristampato con una nuova veste e contenuti inediti aggiuntivi proprio in questo periodo (vedi figura 1)