Il Paladino (C. J. Cherryh)

Sulla scrittrice Carolyn Janice Cherryh si trova una notevole vastità che riassumere ora sarebbe indubbiamente noioso per chi legge. Si possono però citare i romanzi appartenenti al ciclo di Morgaine, come La Porta di Ivrel, Il Pozzo di Shuan, e altri, usciti molti anni fa nella Fantacollana Nord, oppure L’Albero delle Spade, uscito nella stessa collana de Il Paladino (Urania Fantasy) preceduto da La Pietra dei Sogni che invece è arrivato in Italia nella sua stesura più completa nella raccolta “Solaris Fantascienza 7”. Oltre a questi, altri numerosi romanzi di Fantascienza sono usciti negli Urania bianchi normali. Il Paladino è un romanzo Fantasy che presenta sia caratteristiche tipiche, non tanto specificamente del Fantasy, ma più delle storie avventurose o eroiche in generale, che caratteristiche generali relativamente inusuali, come l’ambientazione dallo stile orientale e l’importanza del personaggio femminile. Questo breve romanzo del 1988 non è inserito in nessuna saga o ciclo.

Alcuni elementi di base potrebbero essere ritrovati in certe storie di arti marziali (ma anche in moltissime trame del cinema americano in generale) come il vecchio guerriero burbero, chiamato Lord Saukendar (o anche Shoka), ormai ridotto ad essere un eremita su un colle sperduto a causa di una falsa accusa e di una società crudele e ingrata che lo ha escluso dopo i suoi giorni gloriosi. Shoka ha subìto in verità anche di peggio, dato che si è addirittura dovuto difendere durante gli anni di isolamento anche da sicari inviati dai reggenti imperiali. Questo personaggio ormai invecchiato e senza stimoli si troverà però a dover trasferire la sua arte su un giovane e sprovveduto allievo, che in questo caso è una lei, ovvero la graziosa fanciulla Taizu. Un po’ come Pai Mei con Beatrix Kiddow, o con il meno duro Maestro Miyagi con Danny, Shoka cerca di scoraggiare col suo caratteraccio indurito la giovane che però tiene duro, poichè è assolutamente determinata ad imparare l’arte della spada. A dire il vero la cosa avviene anche con Heidi, solo che “Nonno Tobia” non doveva insegnare l’arte della spada ma mungere le mucche. Battute a parte, questa situazione di base è compatibile con l’ispirazione dal medioevo nipponico che caratterizza questo romanzo. Carolyn J. Cherryh utilizza uno stile abbastanza ricco e descrittivo, con dialoghi relativamente brevi. Si tratta di una costruzione non troppo insolita, che ci lascia già intuire la preparazione del terreno per uno svolgimento spedito verso la vendetta e lo scatenamento della giovane Taizu una volta preparata dal vecchio maestro. Anche se intuibile, la metà del romanzo è promettente, e lo sviluppo avviene con altri elementi forse meno scontati, tra i quali un affetto molto attaccato di “Shoka” per Taizu che sfocia nel sentimento di amore, dei contenuti tattici e militari fin troppo dettagliati per una storia del genere, alcuni tratti più cupi di quello che l’inizio divertente lasciava presagire e un alone lievemente femminista che non compare necessariamente in ogni romanzo con protagonista femminile. L’innamoramento di Shoka rientra pienamente nell’impianto femminista che tende a ritrarre l’uomo, perfino quando è nelle vesti del mentore o del tutore, a finire sempre nell’attaccamento sentimentale verso la donna, quand’anche inopportuno, confondendo e rovinando il proprio ruolo di padre acquisito, tutore e consigliere. D’altro canto però la cosa è leggibile anche dall’altro lato della “visione femminista”, ovvero nel ritratto del mito dell’eroina irresistibile, che inevitabilmente farà innamorare chiunque sarà a contatto con lei, lasciando costoro ovviamente insoddisfatti e non corrisposti, rinunciando quindi all’archetipo del “principe azzurro” che nella “letteratura di cultura femminista” ovviamente deve perdere il treno sempre. Si può considerare che alcuni lettori in cerca di puro intrattenimento potrebbero percepire nella seconda parte del romanzo un po’ di calo di ritmo, ma obiettivamente, nonostante si possa non amare molto alcuni dettagli della storia, si tratta di un buon romanzo, che lascia intravedere le capacità di una scrittrice di livello alto che sicuramente ha dato il suo meglio altrove.

Note

La copertina del romanzo nell’edizione italiana non c’entra assolutamente nulla con la storia al suo interno.

 

Pubblicato da Dragonlord

Inizialmente, Dragonlord fu il signore incontrastato di Dragonland, dove scriveva qualcosa ogni tanto, nulla di più logico. Tuttavia sconfinava spesso in luoghi come Medioevo e Fantasy Chat, Terre di Extramondo, Bottega dello Stregone, Il Cancello, Metal Chat, Gothic Inside, Nocturno, Splattercontainer, Terra di Mezzo, Città del Silenzio, Gothic Culture. Nel 2010 si ritirò a Dragonland e fu rimpiazzato dal successore: Drago Birraio.