Glory to the Brave (Hammerfall,1997) Recensione

Il 27 Giugno 1997 esce il debut album degli Hammerfall, band svedese Epic Power Metal. Il titolo dell’opera è Glory to the Brave. Questo album uscì inizialmente soltanto per il mercato olandese, come prodotto di nicchia per una piccola label dei Paesi Bassi chiamata Vic Records. Nel giro di poco tempo però il nome degli Hammerfall iniziò a girare e l’impatto sul pubblico olandese fu positivo al punto da suscitare le attenzioni di una delle più grandi Major globali dell’Heavy Metal, la Nuclear Blast Records, che ne acquistò subito i diritti.

L’esordio degli Hammerfall si presenta subito con in copertina Hektor, l’equivalente di Eddy per gli Iron Maiden o di Manowarrior per i Manowar tanto per intenderci. Il “guerriero mascotte” che appare sin dagli inizi corazzato della sua armatura nera e armato di un grande martello da guerra, in uno scenario che rappresenta una foresta incantata, sarà già da qui nel suo “look” definitivo. D’altronde le copertine fantasy negli anni ’90, ed in parte anche adesso, sono sempre stato protagoniste nel Power Metal.

Glory to the Brave è senza dubbio un album importante. La rivista Rock Hard lo inserì al posto 295 su 500 dei migliori album Heavy Metal e Hard Rock. Metal Hammer invece lo nominò nei migliori dischi usciti nel 1997. Questo testimonia gli invidiabili risultati ottenuti soprattutto per essere un debut album. Le tracce complessive sono nove, e l’unico singolo estratto dal full-lenght è quello della title track, Glory to the Brave.

Gli Hammerfall nascono nel 1993, ma troveranno l’assetto giusto per il debutto solo nel 1996 dopo vari cambi che hanno visto, tra gli altri, anche l’avvicendarsi di Jesper Stromblad, che era già nei Ceremonial Oath con Oscar Drobnjak e negli In flames dal 1993 e con quest’ultimi aveva già inciso due album, Lunar Strain (1994) e The Jester Race (1996) per inciderne un terzo lo stesso anno di Glory to the Brave, ovvero Whoracle (1997). Negli Hammerfall fu sostituito nel 1996, da Stefan Elmgren che sarà il chitarrista in line up.

Passando direttamente al disco, si può dire che Glory to the Brave sia un album di Power Metal che senza dubbio richiama alla scena scandinava e tedesca, subendo le influenze di band come Helloween, Accept o Pretty Maids ma non senza guardare anche all’enfasi più americana dell’Epic Metal dei Manowar e dei Warlord (dei quali è presente anche una cover), ricalcandone in maniera diversa alcune tematiche.

L’ apertura del platter è affidata a The Dragon Lies Bleeding e The Metal Age. Due tracce completamente riuscite e tiratissime, con un riffing che riesce a sostenere perfettamente le canzoni, indubbiamente un ottimo inizio. Nonostante sia molto amata dai fans, secondo l’opinione personale del sottoscritto, non si può dire lo stesso della traccia numero 3. il brano Hammerfall, che omaggia il nome stesso della band, appare piuttosto ridondante e di un livello generale al di sotto delle prime due. Anche la traccia quattro purtroppo si rivela trascurabile. Di sicuro ricordiamo alcuni lenti degli Hammerfall, sia come Ballads che come normali Slow-Tempo e Mid-Tempo melodici, I Believe non è dei migliori, soprattutto se paragonata a brani come Glory to the Brave stessa o At the End of Rainbow nell’album successivo a quello in oggetto (Legacy of Kings, 1998). Nulla da dire sulla cover degli Warlord, che rialza il livello, ma va ancor meglio nelle successive Steel Meets Steel e Stone Cold con le quali l’album torna decisamente sulla linea degli ottimi livelli iniziali. La successiva Unchained fa il suo onesto lavoro di prosecuzione, pur non bella come Steel Meets Steel, è una buona song tirata e mantiene bene il livello portandoci alla closer, ovvero la title track, Glory to the Brave, una canzone melodica, lenta, epica che racchiude un po’ tutta la sintesi del disco. Una chiusura decisamente buona.

Glory to the Brave raggiunge buoni risultati e si barcamena ammirevolmente in un anno fortunato come il 1997, in cui sono usciti ottimi album come Somewhere Out in Space (Gamma Ray) o Vision (Stratovarius), solo per dirne due a caso. Quest’ultimi sono da considerarsi dei platters senza dubbio superiori al full-lenght d’esordio degli Hammerfall, che tuttavia è un disco che si guadagna il suo rispetto riuscendo tutto sommato a non sfigurare. Glory to the Brave è un album consigliabile per quei metalheads amanti del Power Metal e delle sfumature più classiche dell’Heavy Metal, soprattutto se accompagnate da una voce limpida come quella di  Joachim Cans, sempre abile soprattutto negli alti. Le chitarre non campeggiano in maniera memorabile con grandi solos come in altri dischi di questo genere, ma fanno un buon lavoro. Glory to the brave è uno dei migliori lavori degli Hammerfall.

Il mio voto è

80/100

Note

The Hard & Heavy by Me – Glory to the Brave (Di Alessio Tarsitano, Dicembre 2021)

Hammerfall – Sito Ufficiale

 

Pubblicato da Alessio Tarsitano

Amministratore del canale you tube The Hard & Heavy By Me, appassionato di Heavy Metal, Rock, Hard Rock, e tutti generi limitrofi