Fire Emblem: Engage.

Inauguriamo oggi qui sulla nostra amata Dragonsword una rubrica dedicata ai videogiochi! Contrariamente alle nostre abitudini filo-retrò, d’acchito ci dedichiamo invece a un modernissimo pezzo da novanta, datato 2023 (uscito per Nintendo Switch), anche se la storia della serie in questione affonda le radici sin nei lontani anni ’90… siore e siori, stiamo parlando del diciassettesimo capitolo della saga Fire Emblem, ovvero “Engage”!

Gdr dai fortissimi connotati “fantasy classico”, caratterizzato da combattimenti in stile tattico e nato inoltre dal fortunato, storicamente, connubio tra fantastico occidentale e stile manga, elemento caratteristico della serie fin dall’inizio.

Nel capitolo “Engage” la storia da giocare vede il mondo dell’Elyos minacciato dal Drago Maligno “Lord Sombron”; i poteri speciali degli eroi chiamati a salvare il mondo si scontreranno anche con i suoi crudeli lacchè, soldataglia detta “aberrazioni”, e sinistri incantatori… insomma, gli ingredienti di base del “classic fantasy”, come detto, ci sono tutti.

Il lato di puro gioco è, a nostro avviso, particolarmente divertente: battaglie da risolvere con azioni strategiche molto in stile D&D (e Shining Force, per chi, per fortuna, lo ricorda), uno sviluppo delle classi e delle abilità dei personaggi ricchissimo, come le possibilità di potenziare oggetti e anelli, vero pezzo forte dello sviluppo dell’intero sistema e legato all’ “Engage”, una sorta di legame, tra i personaggi giocabili e antichi spiriti di guerrieri del passato (difatti gli eroi dei vecchi titoli di Fire Emblem), che risulteranno di conseguenza dotati di speciali e decisive abilità.

Un altro punto di forza de gioco sono, a nostro avviso, le interazioni effettivamente sociali previste tra i componenti della compagnia dei protagonisti: basato sulle relazioni che si possono stringere e approfondire, particolarmente fuori dalle battaglie, e soprattutto nel classico hideout dei buoni, in questa versione il “Somniel”, un grandioso castello ricco dei più vari intrattenimenti e passatempi; è infatti possibile organizzare una cena tra i personaggi del numerosissimo party, parlare di quanto siano affascinanti i tramonti, metter su mercatini, scambiarsi oggetti in regalo… insomma, molte possibilità, estremamente variegate.

Per quanto tutto questo insieme di gioco, scenari e sviluppo, sia a tutti gli effetti magnifico, lo stesso non si può dire dei nemici, che in fin dei conti sono quasi sempre gli stessi: aberrazioni a non finire, ma che sempre si assomigliano o finiscono per assomigliarsi. 

Gli intrighi familiari tra dinastie intersecate di buoni e cattivi si infittiscono, col proseguire della trama, anche se non se ne sentiva troppo la mancanza, di simili sviluppi. E una giustificazione di fondo all’essere “cattivi” é sempre dietro l’angolo, quando forse bastava solo essere cattivi e semplicemente godersi la propria natura nel lato oscuro.

Scherzi a parte, “Fire Emblem: Engage” ci ha regalato grandi emozioni e siamo sicuri che le regalerà a chiunque ne percorrerà la lunga e memorabile storia. Cosa manca per definirlo un capolavoro? Poco: forse una parte finale meno scontata (viste le premesse) e qualche inclinazione più profonda nelle corde della storia.

About Juri Villani 3 Articles
Vive a Pistoia, legge e scrive per passione, sopratutto Storia e Mitologia. Redattore da anni di Fantasymagazine, collabora con Nuova Carne, Indipendent Legions, Acheron. Ha pubblicato per Italian Sword&Sorcery la prima parte del suo “Ciclo dei Berserkir”. Sulla pagina “I porchettari notturni” ricorda le sue pubblicazioni e le letture che gli piacciono.