Divergenze speculari tra William Morris e Edward Bellamy

Notizie da Nessun Luogo, romanzo utopico scritto da William Morris nel 1890, è stato funzionale a dividere il patriottismo folk, proto-socialista, ecologista, cristiano e antimodernista di Morris dall’iperstatalismo ateo, urbanista, socialista e marxista di Guardando Indietro 2000-1887 di Edward Bellamy.
 
Non si può omettere tuttavia un presupposto: Looking Backward 2000-1887 è un ottimo romanzo, accurato nella forma, a suo modo interessante nella vicenda e straordinariamente efficace nei suoi contenuti predittivi. Basti vedere l’invenzione delle carte di credito. Quella della previsione sarà una inclinazione che le “nuove” distopie di stampo punk erediteranno dalle vecchie utopie socialiste.
 
La cosa interessante è notare come le distopie di stampo Punk, da una direttrice marxista, raggiungono poi l’anarchismo libertario prevedendo negli anni ’80 la criptovaluta e la cyber-economy, a partire  – si potrebbe dire – dalle carte di credito di fine ottocento nel romanzo del Bellamy. Al contrario, William Morris nelle sue analisi sociali-produttive si è orientato invece su Thomas Carlyle, ovvero colui che diceva:
 
Il Cash Nexus sarà l’unico rapporto umano rimasto” [1] 
 
Pertanto, in Morris, la  linea della sua visione economica ha trovato pace al compiersi del baratto e ad un sistema monetario basato sulla valuta locale. Nell’opera di Edward Bellamy viene mostrato un popolo in un’utopia urbanista e iper-statalista, dove l’uomo non possiede nulla ma è felice. Nelle distopie punk di molti scrittori tra i quali Gibson, Heinlein, Vinge il cyberspazio e la criptoeconomia è il mondo utopico anarco-libertario per sfuggire alla distopia di un iper-statalismo che involve verso una “dittatura della sorveglianza”, mentre, sempre in Morris, oguno possiede le sue cose e la comunità assume ruoli assistenziali in caso di bisogno.
 
Questa differenza è perfettamente riflessa anche nelle tonalità estetico-letterarie che i due romanzi utopistici ritraggono. In Bellamy e nella sua storia del 1888 – anno in cui Morris scrisse The House of the Wolfings – l’utopia si concentra nella raffigurazione di un ordinatissimo e imperante urbanismo, nessun cittadino possiede nulla ma tutti sono sereni, la città è pulita e schematica, tutti sanno dove andare e cosa fare. In Morris e nella sua utopia speculare “Notizie da Nessun Luogo” del 1890 viene ricreata una Londra ecologica, pastorale, dove l’edificio umano non è rovinato e neanche corrotto dalle piante. La suggestione del Morris è distanziata sicchè perfino dall’antimodernismo rovinista di Ruskin. La natura è tuttavia imperante al punto che la capitale inglese ricordi la “contea degli Hobbit”. Lo stile del primo è una prosa precisa e controllata, nel secondo una prosa suddivisa e simil poetica.
 
Bellamy divenne “il vecchio testamento” dei marxisti anglo-sassoni e fu apprezzato da soggetti dal profilo “Bull Dog Politico-Scientista”, perfino alcuni lontani dal socialismo, come Thomas Huxley o il paradigmatco esempio del naturalista, biologo, esploratore Alfred Russel Wallace, colui che “inventò l’evoluzionismo darwinista” contemporaneamente allo stesso Darwin, come molti dicono. [1]
 
Fin dall’infanzia, quando ero un fervente ammiratore di Robert Owen, mi sono informato sul socialismo, ma con riluttanza sono giunto alla conclusione che era impraticabile, e anche in una certa misura ripugnante per le mie idee di libertà individuale e privacy domestica. Ma il signor Bellamy ha completamente alterato le mie opinioni su questo argomento. Mi sembra che abbia dimostrato che la libertà reale, non semplicemente illusoria, insieme alla piena portata dell’individualismo e della completa privacy domestica, è compatibile con il più completo socialismo industriale – e d’ora in poi sono cuore e anima con lui” (Da Wonderfull Century, 1898) [2]

I maliziosi potrebbero dire che non è stato molto difficile per un detrattore del socialismo cambiare idea, è bastato a quanto pare leggere quel romanzo che nel 1888 esprimeva la libertà dicendo
 
Le carte di credito americane, come lo stesso oro americano, andranno bene in tutto il mondo” (1888, Da Loocking Backward 2000-1887)
 
Se Bellamy divenne quindi importante per i marxisti e i darwinisti, le distopie Hippy prima e punk successivamente, diventarono invece tempo dopo l’eredità – forse anch’esse da una partenza marxista – degli anarco-libertari, mentre Morris, diversamente dai precedenti, ha avuto poca importanza rispetto ai suoi meriti, forse soltanto circoscritta nelle idee dei socialisti utopici teorizzatori delle “città-giardino” i quali, sebbene  nella scia di un lascito derivato da Notizie da Nessun Luogo , hanno compreso in fin dei conti soltanto una parte minima delle sue idee, pur essendo ad oggi di fatto le migliori.
 
In breve, la vita di una macchina è la migliore che il signor Bellamy possa immaginare per noi umani; non c’è da stupirsi se la sua unica idea per rendere tollerabile il lavoro sia di promettere di diminuirne la quantità per mezzo di produzione continua di macchinari… […] io credo che l’ideale del futuro non sia nella diminuzione dell’energia degli uomini mediante la riduzione al minimo del dolore del lavoro, ma piuttosto alla libertà di lavorare con il minimo dolore possibile […] uguali nelle condizioni non implica uguaglianza nel dolore” (Da una recensione scritta da Morris per la rivista Commonweal nel 1889)
 
i critici – dio benedica tanta “ingenuità” – scriveranno che l’avversità di Morris per Bellamy era dovuta al fatto che all’uno piaceva un mondo urbano, all’altro invece un mondo agreste e di campagna. Beh, spero si sia capito amici, non è proprio così! nella loro speculare divergenza si comprende oggi più che mai una differenza che va ben oltre a due diverse rappresentazioni dell’impulso estetizzante.
 
Note e Fonti
 
[1] L’uomo che gettò nel panico Darwin di Federico Focher, Bollati Boringhieri, 2006
[2] L’evoluzione di un evoluzionista di Alfredo Bueno Hernandez, Bollati Boringhieri, 2004
[3] Cartismo, di Thomas Carlyle, Oche del Campidoglio edizioni, 1999
 

Pubblicato da Pat Antonini

Ha studiato letterature e lingue straniere moderne. Collabora stabilmente con Hyperborea, Centro Studi Eurasia-Mediterraneo, Dragonsword e Punto di Fuga.