Saga di Book of Years (Parziale)

The Book of Years è la tetralogia scritta da Peter Morwood, che in italiano si è fermata ai primi due libri che sono stati pubblicati nella collana Urania Fantasy. Il primo, Il Bastone del Drago (1983) è arrivato in Italia nel 1989, mentre il secondo, Il Signore dei Demoni, uscito originalmente nel 1988 è approdato nel nostro paese nel 1993. Non sono mai stati tradotti in italiano The Dragon Lord (1986) e Warlord’s Domain (1989).

Ne Il Bastone del Drago viene ben impostata una storia di Fantasy classica dove non mancano le caratteristiche più tipiche. Per certi versi, la costruzione iniziale somiglia ad una storia di cui si è parlato ormai qualche tempo fa , ovvero Il Paladino di C.J. Cherryh, anche se in quest’ultima compaiono poi elementi non scontati nella seconda parte. Nel primo romanzo di Morwood si respira sullo sfondo l’aria di una vecchia storia, che narra dei “Signori dei Cavalli”, tramandati come eroi e liberatori del Regno di Alba dopo aver sconfitto lo stregone Kalarr e vietato la magia. Anni dopo Kalarr tuttavia ritornerà, riprendendo il potere per mezzo della magia e dell’inganno, questo comporterà lo sterminio del clan (e della famiglia) del protagonista che per miracolo riuscirà a fuggire. Con una freccia nella schiena, in una fuga disperata il giovane Aldric si imbatterà per sua fortuna nel saggio stregone Gemmel Ekekren. Sarà grazie a quest’ultimo che il protagonista, Aldric Talvin, apprenderà che l’unico mezzo per sconfiggere lo stregone Kalarr sarà il recupero del magico “Bastone del Drago”. Abbiamo quindi il vecchio mentore stregone, un giovane eroe a cui è stata sterminata la famiglia, una vendetta da portare a termine, un artefatto magico da recuperare, stregoni malvagi da combattere (Kalarr Cu Ruruc non è l’unico), un “party”, ossia un gruppetto di amici leali che si uniranno all’impresa e un Drago di “quelli veri”. Non manca proprio niente per dar vita all’avventura Fantasy “propriamente detta”. Tutto è abbastanza semplice, ma funziona bene. Il mondo attorno al protagonista è tratteggiato relativamente bene se si considera che è un romanzo avventuroso, non corale e tutto sommato breve. Inoltre, considerando la tipologia di narrazione, i personaggi riescono ad avere una caratterizzazione soddisfacente, un aspetto che migliorerà nel secondo da un punto di vista della descrizione caratteriale, anche se, ne il Signore dei Demoni accade qualcosa che potrebbe far pensare che ci si stia contraddicendo da soli nel descriverla.

Da un lato, la descrizione psicologica di Aldric è ancora più approfondita che nel primo romanzo, dall’altro tuttavia, rispetto a Il Bastone del Drago, l’eroico protagonista oscilla troppo tra ingenuità nel cadere negli inganni e tradimenti, e vittorie disperate grazie all’abilità con la spada, la prima cosa appare troppo in relazione con l’altra e questo crea un effetto lievemente forzato, seppur Aldric rimanga complessivamente un personaggio gradevole. Ne il Signore dei Demoni, si aggiungono infatti elementi come gli stessi Demoni o anche Mercenari molto inclini al tradimento e la corruzione. In linea di massima i due romanzi si equivalgono, ma probabilmente il primo riesce ad essere lievemente superiore, meno trascinato e più compiuto. E’ ben visibile l’epilogo aperto del secondo, che darà vita a sequel più “contigui” e che non abbiamo ancora in italiano.

Parlando più in generale, Morwood in questi due romanzi, ha creato un mondo che fa ricorso sia elementi britannici e celtico-pitti che ad alcune caratteristiche pseudo-giapponesi del medioevo nipponico. Quest’ultima peculiarità potrebbe forse stornare un po’ e non risultare perfetta nell’accostarsi all’altra, ma questa è probabilmente una valutazione troppo personale per pensare che abbia un qualche genere di peso sul giudizio finale. Magia e spada sono presenti in abbondanza, la trama semplice, soprattutto del primo, si svolge al meglio e il desiderio di proseguire è senza dubbio presente. I due romanzi di Morwood sono un ottimo e dignitosissimo rivale in questa collana per altre serie come ciclo di Dragonrealm di Richard Knaak, basato sulle stesse caratteristiche, e così anche della Saga di Belgariad di David Eddings, che  tuttavia ha dei tocchi di classe e un coinvolgimento superiore. 

Note

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Pubblicato da Pat Antonini

Ha studiato letterature e lingue straniere moderne. Collabora stabilmente con Hyperborea, Centro Studi Eurasia-Mediterraneo, Dragonsword e Punto di Fuga.